OGNISSANTI

La chiesa di Ognissanti 

dagli albori degli Umiliati nel 1251, 

passando per il quattrocento, 

en passant Botticelli ci ha lasciato i suoi resti 

e Sant'Agostino 

contrapposto a San Girolamo nello studio del Ghirlandaio

Ghirlandaio che ci ha lasciato anche un ultima cena posta nel vicino museo

e anche la cappella dei Vespucci, famiglia di Amerigo 

che diede il suo nome all'America 

e qui tutto torna, il cerchio si chiude.

si dimenticava un certo Giotto che più di un secolo e mezzo prima ci lasciava una magnifica croce

Vasari (1511-1574) elevato artista e forse il primo critico d'arte della storia, in Le vite de' più eccellenti pittori..., racconta di alcuni capolavori ancora oggi custoditi nella Chiesta di Ognissanti a Firenze.

Botticelli

"In Ogni Santi dipinse a fresco nel tramezzo alla porta che va in coro, per i Vespucci, un Santo Agostino, nel quale cercando egli allora di passare tutti coloro ch’al suo tempo dipinsero, molto s’affaticò; la quale opera riuscí lodatissima per avere egli dimostrato nella testa di quel santo, quella profonda cogitazione et acutissima sottigliezza, che suole essere nelle persone sensate et astratte continovamente nella investigazione di cose altissime e molto difficili." 

Ghirlandaio

"Et in Fiorenza nella chiesa d’Ogni Santi, a concorrenza di Sandro di Botticello, [Domenico Ghirlandaio] dipinse a fresco un San Girolamo, che oggi è allato alla porta che va in chiostro, intorno al quale fece una infinità di instrumenti di libri da persone studiose." 

"Furono le sue [di Domenico Ghirlandaio] prime pitture in Ogni Santi la cappella de’ Vespucci, dov’è un Cristo morto et alcuni santi, e sopra uno arco una Misericordia, e nel refettorio di detto luogo un Cenacolo a fresco." Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori...

Giotto

"Dipinse in fresco [Giotto]... ne’ frati umiliati in Ogni Santi una cappella e quattro tavole. E fra l’altre una, dentrovi una Nostra Donna, con molti angeli attorno et il figliuolo in braccio; et un Crocifisso grande in legno..." Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori...


Che Firenze meritiva di stare in Paradiso lo dice una volta Dante (usando però il passato)

Fiorenza dentro dalla cerchia antica,

ond'ella toglie ancora e terza e nona,

si stava in pace, sobria e pudica.

Non avea catenella, non corona,

non gonne contigiate, non cintura

che fosse a veder piú che la persona. 

(Paradiso XV, 97-10)